Archivi del mese: dicembre 2020

NOTA DI SERVIZIO: FESTIVITA’ NATALIZIE

Gentile Connazionale, Utente

Le rendo noto che dal 15 dicembre 2020 al 10 gennaio 2021 l’ufficio consolare sospenderà l’ordinaria attività, che riprenderà lunedì 11 gennaio 2021. Nel caso in cui sorgesse una reale emergenza il numero telefonico dedicato dell’Ambasciata è sempre attivo. Durante questo periodo potrà rivolgersi all’Ambasciata: per le pratiche scriva a: ambasciata.yaounde@esteri.it; per i visti scriva a: yaounde.visti@esteri.it.

il Console

e le sue collaboratrici

augurano a Lei e alle persone a lei care

un sentito augurio di buon Natale.

Mesdames, Messieurs,

Le Vice Consulat Honoraire sera fermé du mardi 15 décembre 2020 à dimache 10 janvier 2021, les services consulaires seront disponibles de nouveau à partir du lundi 11 janvier 2021. Pour se reinsegner et déposer des dossiers veuillez contacter les service consulaires de l’Ambassade: ambasciata.yaounde@esteri.it; yaounde.visti@esteri.it.

Monsieur

le Consul ainsi que

ses collaboratrices.teur

Vous souhaitent des bonnes Fêtês

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NUOVO DPCM: SPOSTAMENTI DA E PER L’ITALIA

 

Gentile Utente,

nel link riportato in calce potrà leggere le NORME che regolano gli spostamenti dall’estero all’Italia e dall’Italia verso l’estero a partire dal 4 dicembre 2020, nel quadro dell’emergenza Covid 19: https://www.esteri.it/mae/it/ministero/normativaonline/decreto-iorestoacasa-domande-frequenti/focus-cittadini-italiani-in-rientro-dall-estero-e-cittadini-stranieri-in-italia.html. 

Buon viaggio!

 

 

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REBUS AFRICA

Gentile Utente,

scorrendo i grandi giornali europei mi sono soffermato su questo articolo pubblicato sul giornale tedesco “Die Welt” e riportato anche dal quotidiano “La Repubblica”. L’articolo si interroga sulle possibili ragioni del basso tasso dei contagi da Covid-19 in Africa: “Il pronosticato impatto terrificante del coronavirus in Africa non ha trovato conferma, i dati del contagio restano bassi, confronto ad altre Regioni. Come mai? E quali altri rischi corre il continente?”, si chiede il giornale tedesco. E formula cinque ipotesi. “1. Casi non denunciati possono essere superiori al previsto. Stando ai dati dell’OMS in Africa si è registrato solo il tre per cento dei decessi mondiali a seguito della pandemia, 41.000 morti”. “2. Età e luogo di residenza sono decisivi. Più del 60 per cento degli africani hanno meno di 25 anni, solo il tre per cento superano i 65.

Non sorprende che i malati di Covid-19 siano più giovani in Africa che in altri continenti e che l’infezione molto spesso abbia un decorso più mite. Più del novanta per cento dei casi registrati nell’Africa subsahariana riguardano pazienti sotto i sessant’anni e l’ottanta per cento di tutti i casi sono asintomatici”.  “3. Ciò nonostante molti interrogativi restano senza risposta. La maggior parte dei paesi africani ha reagito con tempismo. E in paesi come Nigeria, Liberia e Congo, le autorità hanno messo a frutto l’esperienza maturata nella lotta al virus Ebola e ad altre malattie infettive.

Ma neppure i massimi esperti sanno dare spiegazioni chiare sui motivi dell’andamento relativamente blando dell’epidemia nella maggior parte dei paesi africani. Il sudafricano Shabir Madhi, uno degli immunologi più famosi del continente, ipotizza che altri coronavirus precedentemente in circolazione abbiano contribuito a creare un’immunità di gruppo”. “4. Troppo presto per dare il cessato allarme. Per il momento non è in previsione per l’Africa una seconda ondata pari a quella che sta vivendo ora l’Europa. Il Centro africano per il controllo e la prevenzione delle malattie (Africa CDC) ha comunicato un aumento dei nuovi casi pari solo al 4%. Però in paesi come il Sudafrica, l’Uganda e il Kenya, i contagi sono in aumento, in Sudafrica i ricercatori allertano sul rischio di una seconda ondata”. “5. Indirettamente è il continente più colpito.

A differenza dell’Europa, la maggior parte dei paesi africani hanno posto fine al lockdown della prima ondata quando i contagi erano ancora in aumento soprattutto per motivi economici. Secondo le stime della Banca mondiale, in Africa altri 43 milioni di individui potrebbero cadere in estrema povertà per le conseguenze economiche della pandemia. In molti paesi africani sono stati azzerati i progressi nella fornitura di energia elettrica, quest’anno saranno 13 milioni in più gli individui privi di accesso a questa risorsa così importante per l’economia e la scuola. I prezzi dei generi alimentari aumentano, i governi tagliano in molti luoghi i buoni benzina, e alla Sanità pubblica scarseggiano ulteriormente i mezzi”.

Buona lettura!

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